Chi ha giocato a calcio, sa alla perfezione come basta davvero poco per subire un infortunio, ma in realtà sono gli scontri di gioco più fortuiti che possono portare a delle conseguenze anche particolarmente gravi.
Un po’ come quello che è successo a Osimhen, il bomber nigeriano che sta trascinando fino a questo momento il Napoli in campionato, che in uno scontro di gioco nel big match di San Siro contro l’Inter ha rimediato un colpo al volto, che gli ha provocato la bellezza di 20 fratture e pure l’occhio che è finito fuori dall’orbita.
Operato dallo specialista Gianpaolo Tartaro: intervento ok
Nonostante inizialmente non si fosse ben compresa l’entità dell’infortunio, poco dopo i primi accertamenti si è compreso come la situazione fosse decisamente seria. È quanto è stato ribadito anche da parte di Gianpaolo Tartaro, il chirurgo maxillo-facciale che ha operato il bomber nigeriano della compagine azzurra.
È stato proprio Tartaro a spiegare l’effetto di un simile impatto, paragonandolo a finire sotto ad una presa. Non a caso, quello che ha avuto Osimhen è stato a tutti gli effetti un esotrauma: nel corso dell’intervento chirurgico sono state inserite qualcosa come 16 viti e addirittura cinque placche.
Anche se chiaramente l’attaccante nigeriano farà di tutto pur di bruciare le tappe e tornare in campo il prima possibile, la prima prognosi parla di una tempistica di recupero non quantificabile e che dipenderà dalla risposta biologica del fuoriclasse. In questo periodo di riposo forzato Osimhen dovrà restare lontano dai riflettori e recuperare, mentre il Napoli dovrà affrontare partite particolarmente difficili e importanti per lo scudetto, come le sfide a Milan e Juve.
Un’operazione che è durata tre ore e mezza
A testimonianza di come si è trattato di un intervento chirurgico decisamente complesso, è stato lo stesso prof. Gianpaolo Tartaro a mettere in evidenza come per concludere l’operazione sono state necessarie tre ore e mezza.
Un intervento che ha avuto come obiettivo primario quello di diminuire le fratture multiple che hanno danneggiato e non poco il volto del bomber africano. Anche Luciano Spalletti ha sottolineato come, subito dopo che la sfida tra Inter-Napoli, l’attaccante africano non vedeva più da un occhio.
Scendendo un po’ più nei particolari, quell’occhio, che Osimhen non riusciva ad aprire, era finito praticamente quasi al di fuori rispetto all’orbita. I rischi, anche se inconsapevoli, per Osimhen erano notevoli, dal momento che la violenza dell’impatto poteva portare a delle conseguenze ancora più gravi.
Gianpaolo Tartaro, che si è occupato della ricostruzione del volto del numero nove del Napoli, ha messo in evidenza come, arrivato in clinica, le condizioni di Osimhen fossero piuttosto preoccupanti. La difficoltà maggiore per l’intervento era rappresentata dallo schiacciamento dell’orbita, come ha ammesso durante un’intervista audio alla radio ufficiale del Napoli, visto che il bomber nigeriano non ha avuto solamente una dislocazione, ma in realtà si tratta di un esotrauma. Infatti, l’osso malare ha subito quella che, nel gergo medico, viene chiamata pluriframmentazione. Almeno una ventina di fratture si sono contate sul volto di Osimhen ed è chiaro che i medici hanno dovuto applicare svariati punti.
Gianpaolo Tartaro ha prestato inoltre molta cura affinché il giocatore non avesse lesioni cicatriziali evidenti (cheloidi), frequenti nelle persone di colore, effettuando incisioni minimali e piccole nascoste nelle mucose.
L’esempio che meglio permette di spiegare il tipo di intervento che è stato effettuato da Gianpaolo Tartaro è quello che lo ha paragonato a unire i pezzi di un puzzle per fare in modo di formare nuovamente un blocco unico. Una parte del volto del bomber nigeriano, infatti, è stata oggetto di uno schiacciamento che avrebbe potuto causare anche danni ben peggiori. Scendere in campo prima dei tempi indicati? L’unica soluzione potrebbe essere una mascherina protettiva, ma ne serve una che si adatti alla perfezione alla struttura del viso del bomber nigeriano.