Come ritenevano in molti, si è cantato alla vittoria troppo presto in Italia per quanto riguarda l’inflazione. Il dato che dava in incremento l’inflazione nazionale era solo una illusione ottica, come è stata definita anche da alcune associazioni di consumatori. Solo chi vede un dito che indica la luna poteva pensare che i dati positivi sull’inflazione fossero dati di ripresa del mercato.
Bastava una minima informazione personale e un poco di ragionamento per capire che tutti i segnali andavano nella direzione opposta e che l’incremento dell’inflazione riportato dall’Istat era sì reale ma provocato da fattori negativi per l’economia, non certo da un innalzamento della domanda. Gli ortofrutticoli, per esempio, non hanno alzato il loro prezzo per la legge di mercato che vuole che i prezzi si alzino per l’aumento di richiesta bensì per la ridotta produzione derivante anche dal forte maltempo che ha danneggiato i raccolti negli scorsi mesi.
Altrettanto per l’energia, altro fattore trainante dell’inflazione che ha visto alzare le tariffe in seguito all’aumento del petrolio. Resta in tutto questo il fatto che l’inflazione segna il passo rispetto al mese precedente, portando la prospettiva annuale all’1,4 dall’1,6 di febbraio.